La flotta ombra della Russia: 900 navi minacciano il Mar Baltico!
La flotta ombra della Russia: tra assicurazioni inadeguate e sanzioni dell’UE: rischi per la sicurezza e preoccupazioni ambientali al centro dell’attenzione.
La flotta ombra della Russia: 900 navi minacciano il Mar Baltico!
Nel contesto degli attuali sviluppi geopolitici, la “flotta ombra” russa è tornata ad essere al centro dell'attenzione internazionale. Questa flotta segreta, che si stima sia composta da circa 900 vecchie navi non registrate, è presumibilmente progettata per aggirare l’embargo petrolifero occidentale imposto a seguito della guerra in Ucraina. Questa informazione è confermata dall'ammiraglio francese Benoit de Guibert, il quale sottolinea che una decina di queste navi vengono monitorate ogni giorno nel Canale della Manica. Dal registro navale emerge che molte delle navi citate spesso non sono adeguatamente assicurate, il che comporta notevoli rischi per la sicurezza, compresa la minaccia di disastri ambientali.
Il problema della “flotta ombra” non si limita solo alla Russia, ma coinvolge anche altri Stati come l’Iran e la Corea del Nord. Questa flotta beneficia della liberalità del diritto marittimo internazionale e della mancanza di trasparenza nel traffico marittimo globale, il che rende il monitoraggio molto più difficile. Anche se le stime sul numero delle navi sono divergenti (il ministro della Difesa estone dice circa 500, Greenpeace circa 200), la necessità di misure contro questa flotta è indiscussa.
Sanzioni Ue e nuove misure
Alla luce di questi sviluppi, l’Unione Europea prevede di ampliare l’elenco delle navi utilizzate dalla Russia per il trasporto di petrolio a 77 navi nell’ambito del 18° ciclo di sanzioni. Germania e Svezia hanno già adottato nuove misure per rafforzare i controlli sulle navi cisterna con un'assicurazione inadeguata. Dal 1° luglio 2025 agli equipaggi delle petroliere verrà chiesto in merito alla loro copertura assicurativa contro i danni derivanti dalla fuoriuscita di petrolio. Le anomalie si osservano in tutta Europa e possono portare a possibili sanzioni.
Il ministro federale dei trasporti Patrick Schnieder sottolinea l'urgenza di ottenere un quadro completo per poter adottare misure efficaci. Questa iniziativa è particolarmente rilevante in quanto più di una dozzina di navi continuano a consegnare petrolio greggio russo direttamente ai porti europei nonostante il divieto dell’UE. Una ricerca condotta da Report Mainz mostra che il rischio di una fuoriuscita di petrolio nelle acque trafficate del Mar Baltico è in aumento. Attivisti ambientali, come l'attivista di Greenpeace Nina Noelle, stanno utilizzando dispositivi di localizzazione GPS per indagare sulla diffusione di una potenziale marea nera nel Mar Baltico.
Movimenti delle navi nel Mar Baltico
Secondo i rapporti, dall’inizio della guerra in Ucraina il numero delle petroliere che trasportano il petrolio greggio russo attraverso il Mar Baltico è aumentato. Greenpeace documenta che quasi 1.000 petroliere hanno attraversato il Mar Baltico nel 2023, il numero più alto. Rispetto ai primi sette mesi del 2021, quando si censirono solo 290 navi cisterna, si registra un aumento allarmante dell’attività. Parte di questa flotta viola chiaramente le sanzioni dell’UE, che vietano le spedizioni di petrolio greggio russo via nave verso l’UE dal marzo 2023.
Trasporti esemplari, come la nave cisterna “Calida”, partita da Ust-Luga il 23 agosto 2024 e arrivata ad Augusta, in Italia, l’11 settembre 2024, illustrano le sfide del monitoraggio di questa flotta. I dati satellitari mostrano che molte di queste navi caricavano nei porti russi e riducevano il pescaggio dopo essere arrivate nei porti dell’UE per ingannare eventuali controlli.
La Commissione Ue sottolinea che il monitoraggio delle sanzioni è responsabilità degli Stati membri. Tuttavia, la situazione attuale dimostra che sono urgentemente necessari la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati membri dell’UE, compreso il governo federale tedesco. Il governo federale prevede di sanzionare più petroliere ed è in stretto contatto con i partner del G7 e dell’UE.
La situazione attorno alla flotta ombra russa rimane tesa e le comunità internazionali devono affrontare la sfida di adottare misure efficaci per ridurre al minimo i rischi economici e ambientali.
Ulteriori informazioni possono essere trovate negli articoli di Mercurio E notizie quotidiane.