Andamento più debole sulle Borse asiatiche
Mercati azionari in Asia/Pacifico sotto pressione a causa dell’aumento dei rendimenti obbligazionari. Notevole l’influenza di Wall Street. Focus sulle aspettative di taglio dei tassi di interesse. Le preoccupazioni sull’inflazione pesano sui mercati azionari. Nikkei 225 e S&P/ASX 200 in rosso. Anche la Cina è più debole. Hang Seng reagisce ai titoli tecnologici. #Mercati azionari #Rendimenti obbligazionari #Preoccupazioni per l'inflazione

Andamento più debole sulle Borse asiatiche
Giovedì i mercati azionari asiatici hanno registrato un trend al ribasso, influenzati dai segnali negativi di Wall Street, anche se le perdite sono state limitate. Sul versante obbligazionario si è registrato un impatto negativo dopo che i prezzi al consumo statunitensi sono stati deludenti. Gli esperti hanno espresso preoccupazione per l'inflazione del settore dei servizi e l'aumento dei costi immobiliari negli Stati Uniti, creando una certa incertezza nei mercati.
Le speculazioni su una riduzione dei tassi d'interesse negli USA hanno portato alla prudenza degli investitori. I mercati dei futures sui tassi d'interesse avevano già parzialmente scontato un possibile taglio a giugno, mentre un taglio totale dei tassi non era previsto fino a novembre. In Giappone e in Australia, in particolare, la svendita di obbligazioni statunitensi ha portato a notevoli aumenti dei rendimenti. L'indice giapponese Nikkei-225 ha chiuso in ribasso dello 0,35%, mentre l'indice australiano S&P/ASX 200 è sceso dello 0,44%.
Anche le borse cinesi hanno registrato perdite, con l'indice CSI 300 recentemente sceso dello 0,11% a 3.500,69 punti. I prezzi al consumo più deboli del previsto nel mese di marzo suggeriscono che la spesa al consumo in Cina rimane contenuta. A Hong Kong l'indice Hang Seng è sceso dello 0,34% dopo i guadagni del giorno precedente. I titoli tecnologici, crollati anche negli USA, hanno esercitato ulteriore pressione sull'indice. Nel complesso, i mercati azionari asiatici sono rimasti sotto pressione a causa dell’incertezza sulla politica dei tassi di interesse statunitense e sulle condizioni economiche globali.