Banche in crisi: stanno imparando dagli errori del passato?

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Le banche non imparano dalla crisi finanziaria del 2008: svantaggi competitivi, regole di Basilea 3 e crisi del Credit Suisse nel 2023.

Banche in crisi: stanno imparando dagli errori del passato?

Il settore bancario è ancora una volta al centro della discussione dopo che le banche europee avrebbero dovuto acquisire una visione più approfondita della gestione del rischio e dei requisiti patrimoniali in seguito alla crisi finanziaria del 2008. Come Süddeutsche.de rapporti, le banche criticano il fatto che le regole per prevenire una crisi finanziaria siano troppo rigide. Queste sfide sono ulteriormente aggravate dalla decisione di rinviare l’attuazione delle regole patrimoniali di Basilea 3 nell’UE fino a gennaio 2026.

L'argomento principale delle banche è che si sentono svantaggiate nella concorrenza con gli Stati Uniti. Uno studio di Oliver Wyman, commissionato dall’Associazione bancaria europea, mostra che requisiti patrimoniali più elevati in Europa portano a costi di finanziamento più elevati. Questo dibattito è sostenuto dal rapporto della BCE, che deve ancora essere rivisto, in cui si rileva che i requisiti per le banche europee sono più severi rispetto a quelli degli Stati Uniti.

Conflitti interni e critiche al settore

Le associazioni bancarie sottolineano che il sistema europeo è più complesso e i lobbisti sfruttano questa complessità a proprio vantaggio. L'economista Martin Hellwig critica il debito delle banche e l'inadeguata attuazione delle riforme dal 2008. Un altro aspetto che anima la discussione è l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS nel 2023 per prevenire un'eventuale insolvenza.

I problemi del Credit Suisse evidenziano i rischi esistenti nel settore bancario. Ha vissuto un drammatico crollo nel marzo 2023 dopo che la sua situazione è stata aggravata dal calo dei prezzi delle azioni e dall’elevata volatilità. Come Stella del mattino Secondo quanto riferito, il prezzo delle azioni del Credit Suisse è sceso da 96 franchi svizzeri nell'aprile 2007 a soli 0,8 franchi svizzeri al momento dell'acquisizione da parte di UBS.

Le autorità di regolamentazione sono intervenute dopo che la banca è stata scossa da numerosi scandali e dalla mancanza di fiducia nel management. Per il 2022, la banca ha registrato un massiccio deflusso di depositi, rafforzato dalle voci sull’instabilità dell’istituto. Nel quarto trimestre del 2022 sono stati ritirati 138 miliardi di franchi, una cifra che ha superato le riserve di liquidità della banca.