Regole del tribunale: tuta di neurostimolazione per paziente con SM non rimborsabile
Il Tribunale sociale statale della Bassa Sassonia-Brema rifiuta di coprire i costi della tuta di neurostimolazione per la SM, che non è riconosciuta come metodo di trattamento.
Regole del tribunale: tuta di neurostimolazione per paziente con SM non rimborsabile
Il Tribunale sociale statale della Bassa Sassonia-Brema ha deciso che una donna affetta da sclerosi multipla (SM) non ha diritto al rimborso delle spese per un abito di neurostimolazione di tutto il corpo. Questa decisione è stata presa il 14 maggio 2025 e conferma il precedente rigetto del Tribunale Sociale Aurich. Il caso è di particolare interesse perché riguarda il quadro giuridico per i trattamenti innovativi per le malattie croniche.
La ricorrente, una donna di 44 anni, lotta contro la malattia degenerativa da oltre 20 anni. La sua salute è peggiorata negli ultimi mesi, motivo per cui ora dipende da un deambulatore e, negli ultimi sei mesi, anche da una sedia a rotelle. Nel 2023 ha chiesto il rimborso della tuta di neurostimolazione, che mira ad attivare i muscoli indeboliti.
Contesto giuridico della decisione
La cassa malati presso la quale il ricorrente è assicurato ha respinto la richiesta di copertura dei costi ai sensi dell'articolo 135 comma 1 SGB V. La causa è quindi considerata un "nuovo metodo di esame e trattamento" che non ha ancora superato il consueto processo di valutazione. La Corte ha inoltre ritenuto che la sclerosi multipla non possa essere considerata una “malattia pericolosa per la vita o regolarmente mortale” ai sensi dell'articolo 2 comma 1a SGB V. Questa valutazione è stata decisiva per la sentenza.
La querelante aveva sostenuto che la tuta migliorava la sua mobilità e riduceva gli spasmi. Sebbene avesse avuto esperienze positive con la causa e avesse riferito un miglioramento della sua qualità di vita, la causa fu respinta sia dal tribunale sociale che dal tribunale sociale statale. Anche il ricorso contro la sentenza non è stato consentito.
Aspetti finanziari e singole normative
Le spese per la causa di neurostimolazione ammontano a 8.721,74 euro, che la stessa attrice ha sostenuto dopo che le è stato rifiutato il rimborso delle spese. La Corte ha confermato che tali prodotti saranno finanziati solo se saranno riconosciuti come un nuovo metodo di trattamento e se ci sarà una raccomandazione positiva da parte del Comitato misto federale (G-BA). Ad oggi non esiste una raccomandazione di questo tipo per la causa di neurostimolazione, il che limita gravemente le pretese legali del querelante.
Potrebbe essere fatta un'eccezione per i pazienti privati, che potrebbero eventualmente ricevere un rimborso a seconda della loro tariffa. Le condizioni contrattuali individuali giocherebbero qui un ruolo decisivo. Queste normative legali evidenziano le sfide affrontate dai pazienti che si affidano a terapie innovative.
Resta importante che le persone colpite seguano gli sviluppi nel campo dei metodi di trattamento alternativi e delle relative norme legali. La decisione del Tribunale sociale statale non è importante solo per la stessa ricorrente, ma potrebbe avere conseguenze di vasta portata anche per altri pazienti affetti da SM che sperano in prodotti simili.
Ulteriori informazioni su questo argomento possono essere trovate sul sito web Riviste assicurative e des giornale medico.