Beni di lusso sotto pressione: le minacciose tariffe statunitensi pesano sui giganti del settore!
Mercato dei beni di lusso 2025: le sfide legate ai dazi statunitensi e alla debole domanda negli Stati Uniti e in Cina influiscono sulle vendite.
Beni di lusso sotto pressione: le minacciose tariffe statunitensi pesano sui giganti del settore!
Nel 2025, l’industria dei beni di lusso dovrà affrontare una serie di sfide, nonostante la sua storica resilienza alle crisi economiche. Aziende tradizionali come Richemont, Swatch e LVMH soffrono attualmente dell’incertezza sui dazi statunitensi, che potrebbero entrare in vigore il 9 luglio. LVMH ha registrato un calo delle vendite del 3% nel primo trimestre del 2025, dimostrando che anche i cosiddetti resistenti alla crisi del settore non sono invulnerabili, come NZZ segnalato.
I mercati di esportazione, in particolare gli Stati Uniti, sono cruciali per molti marchi di lusso. LVMH ha registrato lì un notevole calo, mentre allo stesso tempo l'azienda ha registrato una crescita delle vendite in Francia. L’aumento delle tariffe del 31% sugli orologi svizzeri e del 20% sui beni di lusso europei esercita un’ulteriore pressione sulle cifre delle vendite. I prezzi delle azioni, compreso quello di LVMH, sono fortemente colpiti da questa incertezza; la quota è scesa del 37% negli ultimi 12 mesi, da 903 euro a 438 euro.
Gioielli in ascesa, orologi in calo
Il settore della gioielleria, che sta diventando sempre più popolare come investimento protetto dall’inflazione, rimane un punto positivo. Richemont prevede una crescita in questo settore, mentre nel settore degli orologi si prevede un calo delle vendite. Swatch prevede nel suo prossimo rapporto semestrale un calo compreso tra il 5% e il 6,8%, con la domanda di smartwatch che rimane forte come concorrenza per gli orologi tradizionali.
La situazione appare desolante anche per quanto riguarda la spesa cinese nel settore dei beni di lusso. Nel 2024 questi sono diminuiti di circa il 20% e per il 2025 non si prevede una ripresa degna di nota. Tali sviluppi possono esercitare un’enorme pressione sull’intero settore, poiché la Cina rappresenta uno dei maggiori mercati per i beni di lusso. Vontobel sottolinea che le tensioni geopolitiche gravano sulle prospettive di vendita non solo negli Stati Uniti ma anche sul mercato europeo. Il consumo interno rimane contenuto in Europa, mentre i turisti internazionali, in particolare provenienti dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente, stabilizzano il mercato.
Riverbero della spesa dei consumatori
Negli USA si registrano già trend in calo. La spesa con carta di credito per i marchi di lusso è diminuita di circa il 5% nei primi mesi del 2025 rispetto a un anno fa. L’elevata inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e i timori di una possibile recessione si aggiungono alle preoccupazioni sulla fiducia dei consumatori. Ciò significa che anche i clienti che tradizionalmente sono stati meno colpiti dalle turbolenze economiche si comportano ora sui mercati con maggiore cautela.
In sintesi, sebbene l’industria dei beni di lusso abbia registrato una crescita stabile per decenni, attualmente si trova ad affrontare sfide serie. Mentre negli Stati Uniti e in Cina la domanda sembra in calo, il mercato europeo rimane sotto pressione e ciò incide negativamente sulle prospettive di crescita di marchi rinomati.