Transizione energetica: l’esplosione dei costi minaccia la conversione verde!
La Germania si trova di fronte ad una sfida enorme: 1.200 miliardi di euro per la transizione energetica. Quali sono le conseguenze? Scoprilo in questo articolo di politica.

Transizione energetica: l’esplosione dei costi minaccia la conversione verde!
I costi per la transizione energetica in Germania entro il 2035 sono stimati in oltre 1.200 miliardi di euro. Secondo la società di revisione manca già la metà degli investimenti necessari, il che solleva dubbi sul finanziamento. Esperti come l'economista Prof. Clemens Fuest avvertono della mancanza di boom economico perché molti investimenti sostituiscono le capacità produttive esistenti e non ne creano di nuove. Ciò porta ad un onere economico invece del boom economico promesso.
La discussione su chi alla fine sosterrà i costi continua ad essere intensa. I politici avevano promesso una ripresa economica attraverso la transizione energetica, ma critici come Fuest sottolineano che ciò non è realistico. Il crollo del potenziale economico delle centrali a carbone e nucleari e di altre infrastrutture pone grandi sfide alla Germania.
Si sottolinea che la Germania deve rimanere attraente come luogo di investimento per mobilitare capitali privati. Altrimenti, il calo degli investimenti privati potrebbe continuare ad aumentare. Anche con investimenti necessari di 1.200 miliardi di euro, il professor Jens Südekum è ottimista e spiega che ciò è fattibile dato il prodotto interno lordo. Per lui gli investimenti rappresentano un'opportunità di crescita, creazione di valore e aumento delle esportazioni.
Viene inoltre sottolineato il monito dell'economista Veronika Grimm contro una maggiore influenza statale e programmi di finanziamento complessi. Sottolinea l’importanza di promuovere gli investimenti privati e di fare affidamento su soluzioni comprovate come l’Unione dei mercati dei capitali e condizioni fiscali attraenti. La critica è rivolta alle condizioni quadro imprevedibili, che potrebbero scoraggiare gli investitori privati e quindi ostacolare la crescita economica.