Il futuro della politica di coesione dell’UE: sfide e opportunità 2025!
Il 16 luglio la Commissione Ue presenterà le proposte per la politica di coesione e il quadro finanziario pluriennale 2028-2034.

Il futuro della politica di coesione dell’UE: sfide e opportunità 2025!
Il 14 luglio 2025, la Commissione europea presenterà proposte per il quadro finanziario pluriennale (QFP) e la politica di coesione a partire dal 2028. Queste proposte sono particolarmente importanti poiché la politica di coesione rappresenta quasi un terzo dell’intero bilancio dell’UE ed è quindi fondamentale per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale negli Stati membri. L’obiettivo è chiaro: si dovrebbero ridurre gli squilibri regionali e promuovere la competitività delle regioni dell’UE. DIHK riferisce che la Commissione europea affronterà anche l’impatto dei piani di finanziamento su settori chiave come la protezione ambientale e la resilienza climatica nelle sue prossime proposte.
Le discussioni sul futuro della politica di coesione ruotano attualmente principalmente attorno a possibili tagli finanziari a favore della spesa per la difesa e a considerazioni su una maggiore centralizzazione della gestione dei fondi di coesione. Questa centralizzazione potrebbe limitare il margine d'azione delle regioni e portare a misure meno mirate. Anche l’elevato onere amministrativo derivante dalla richiesta di fondi da programmi come il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE) è una questione chiave. Crescono le richieste di standardizzazione e digitalizzazione delle procedure per garantire un utilizzo efficiente, mirato e non burocratico dei fondi.
Sfide e requisiti per la politica di coesione
La necessità di riadattare il contenuto della politica di coesione è inequivocabile. È considerato essenziale il ritorno a obiettivi fondamentali chiari, come la creazione di condizioni locali attraenti e gli investimenti nelle infrastrutture, nonché la promozione della manodopera qualificata e le misure di formazione. Nello spirito dello sviluppo sostenibile, l’Agenzia federale dell’ambiente richiede che almeno il 30% dei fondi del QFP venga utilizzato per la protezione del clima al fine di promuovere la competitività e la soddisfazione sociale garantendo al tempo stesso un ambiente sano. Agenzia federale per l'ambiente sottolinea che questo orientamento mirato è necessario anche per tenere conto delle caratteristiche regionali e per ampliare temi futuri come la neutralità climatica e la biodiversità.
In questo contesto, è necessario prendere in considerazione diversi elementi strategici: è necessario sviluppare piani di transizione regionali che adottino un approccio partecipativo per garantire una transizione più equa per tutte le parti interessate, in particolare per i lavoratori e i sindacati. È importante evitare dipendenze dal percorso ed escludere tecnologie non sostenibili. La transizione giusta garantisce che la popolazione sia coinvolta attivamente nei processi di trasformazione.
Nei prossimi mesi la politica europea, nazionale e regionale si occuperà intensamente delle proposte della Commissione europea. Seguiranno i negoziati con il Parlamento europeo e il Consiglio, l'accordo finale dovrà essere confermato all'unanimità dagli Stati membri e con un voto a maggioranza da parte del Parlamento europeo. È responsabilità di tutti gli attori non perdere di vista gli interessi dell’economia commerciale al fine di garantire un equilibrio tra crescita economica e obiettivi sociali ed ecologici.