L'economia della Baviera è in rovina: la burocrazia ci costa miliardi!
Nel 2025 l’economia bavarese ristagnerà: alti costi burocratici e aspettative negative metteranno a dura prova le aziende. Servono riforme!
L'economia della Baviera è in rovina: la burocrazia ci costa miliardi!
L’economia bavarese resta in una profonda stagnazione, aggravata da una combinazione di burocrazia, mancanza di domanda e difficili condizioni di politica economica. Ciò è confermato dall'attuale sondaggio economico della BIHK, che mostra uno stato d'animo persistentemente cupo tra le aziende bavaresi. Il giornale statale bavarese riferisce che la burocrazia impone alle aziende tedesche costi pari a 145 miliardi di euro all'anno, di cui 27 miliardi di euro a carico delle aziende bavaresi.
Particolarmente allarmante è il calo dei posti di lavoro in Baviera: negli ultimi tre anni hanno perso il lavoro 30.000 persone. L'indice economico BIHK, che si basa sulle valutazioni di 3.600 aziende di diversi settori, è leggermente aumentato di 5 punti a 104, ma rimane ben al di sotto della media a lungo termine di 112 punti. Le aziende continuano a valutare negativamente la loro attuale situazione aziendale, con un punteggio di bilancio di 8 punti, ovvero 47 punti al di sotto del picco del 2018. Cresce il pessimismo tra le imprese, soprattutto nell’industria.
Sfide e aspettative deboli
Manfred Gößl, direttore generale della Camera dell'industria e del commercio bavarese (BIHK), ha affermato che nonostante un leggero aumento dell'indice economico, non ci sono segnali di un'inversione di tendenza. Le aspettative delle aziende sono aumentate di 9 punti, ma hanno raggiunto solo lo zero: un quadro pessimistico rispetto all'anno precedente, poiché dalla primavera del 2022 le aspettative sono al di sotto della media a lungo termine. Si tratta di un record negativo dall'inizio delle indagini nel 1993.
Sebbene il settore dei servizi e il turismo mostrino un valore leggermente positivo, le aspettative in questi settori sono peggiorate rispetto all'anno precedente. A risentire del comportamento di risparmio dei clienti e del calo delle visite ai ristoranti è soprattutto il settore del turismo. Anche il settore edile non mostra ancora un andamento positivo e stenta a raggiungere “il piano terra”.
Rischi e esigenze di riforma
Un altro tema centrale sono gli elevati costi non salariali del lavoro, che secondo il 42% delle aziende intervistate saranno la sfida più grande per i prossimi 12 mesi. Si prevede che la disoccupazione in Baviera, attualmente al 3,6%, continuerà ad aumentare nel 2025. Il problema è ulteriormente aggravato dalle discusse barriere commerciali e dall’inversione della globalizzazione in Germania, che potrebbe portare a un calo del volume degli ordini in Nord America. Gli esperti avvertono che i possibili danni per l’economia tedesca potrebbero ammontare a 10-60 miliardi di euro.
Le richieste di riforme efficaci stanno guadagnando slancio. Il presidente della BIHK Klaus Josef Lutz chiede la riduzione dell'imposta sulle società, l'ampliamento dell'ammortamento fiscale per gli investimenti e la riduzione dell'imposta sull'elettricità al minimo europeo. Si chiede anche una riduzione della burocrazia che, secondo uno studio dell'Ifo commissionato dall'IHK di Monaco, potrebbe portare la Germania fino a 146 miliardi di euro di produzione economica aggiuntiva all'anno. Infine, viene sottolineata la necessità che le decisioni di politica economica promuovano la crescita al fine di contrastare gli sviluppi stagnanti. Il BIHK sottolinea che l'economia bavarese si trova a un bivio e che sono urgentemente necessarie riforme massicce.