La guerra commerciale di Trump: la Svizzera si trova ad affrontare una crisi dei pagamenti farmaceutici!
Il Parlamento discute degli effetti della politica commerciale di Trump sull'industria farmaceutica svizzera e delle nuove richieste di prezzi.
La guerra commerciale di Trump: la Svizzera si trova ad affrontare una crisi dei pagamenti farmaceutici!
Gli ultimi sviluppi della politica economica americana hanno effetti di vasta portata anche sull’industria farmaceutica svizzera, che è sempre più sotto pressione. Attualmente in Parlamento si discute intensamente delle conseguenze della politica commerciale di Donald Trump. In particolare, l’impatto delle tariffe sui medicinali rappresenta una prospettiva preoccupante che i lobbisti farmaceutici percepiscono come una seria minaccia. Il piano di Trump mira a ridurre i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti, cosa che potrebbe avere gravi conseguenze non solo per gli Stati Uniti ma anche per i mercati internazionali. Giornale di Lucerna riferisce che i prodotti farmaceutici sono attualmente esenti da dazi negli Stati Uniti, ma permangono incertezze.
L'industria farmaceutica svizzera svolge un ruolo cruciale nell'economia del Paese. Il 40,5% delle esportazioni svizzere proviene da questo settore e l’industria è stata responsabile di quasi la metà della crescita economica degli ultimi anni. Inoltre, negli ultimi 20 anni il numero dei posti di lavoro nell’industria farmaceutica è raddoppiato arrivando a 48.000. Aziende come Roche e Novartis contribuiscono annualmente al carico fiscale con oltre 1,7 miliardi di franchi. Questa funzione stabilizzatrice è particolarmente importante in tempi di crisi.
Relazioni commerciali e strategia di localizzazione
La discussione al Parlamento svizzero, avviata dal gruppo parlamentare FDP, si concentra anche su come dovrebbero essere riorganizzate le relazioni commerciali con gli USA. L’associazione di settore Interpharma chiede una strategia di localizzazione globale, un freno normativo e una maggiore digitalizzazione nel sistema sanitario. Un punto chiave è la richiesta di maggiori investimenti in nuovi medicinali protetti da brevetto, poiché la Svizzera avrebbe investito solo lo 0,39% del suo prodotto interno lordo in farmaci innovativi, rispetto all’1,74% degli Stati Uniti.
Viene criticata la politica di riduzione dei costi del governo federale, che potrebbe mettere a repentaglio la fornitura di nuovi farmaci. Richard Saynor di Sandoz descrive i possibili aumenti dei prezzi come “molto discutibili” e sottolinea le diverse opinioni all’interno del settore sulla responsabilità dei paesi europei nell’attenuare la correzione dei prezzi di Trump.
Politica commerciale americana e rischi
D'altro canto, l'amministrazione Trump intende esplorare nuove barriere commerciali per i produttori farmaceutici stranieri nel tentativo di ridurre i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti fino al 90%. Un ordine esecutivo firmato da Trump concede ai produttori 30 giorni per abbassare volontariamente i prezzi. Se non risponderanno a questo appello, il governo americano potrebbe prendere in considerazione ulteriori misure per imporre prezzi più bassi. Nell'attuazione del decreto saranno coinvolte diverse autorità statunitensi per intervenire contro le politiche dei prezzi percepite come ingiuste. Il tempo riferisce che l'Europa teme possibili dazi sui prodotti farmaceutici e che l'ordine di Trump è visto come un campanello d'allarme per il continente.
Un esempio della discrepanza di prezzo è il farmaco Eliquis, che negli Stati Uniti costa 606 dollari, mentre in Svezia costa solo 114 dollari. La mancanza di una regolamentazione dei prezzi da parte del governo centrale negli Stati Uniti potrebbe avere conseguenze a lungo termine, non solo per l’America, ma anche per il mercato internazionale. Gli osservatori stanno già mettendo in guardia sugli impatti negativi sulla ricerca, sulla produzione e sull’occupazione in Europa se la politica americana continua in questa direzione.