Crisi del rating creditizio americano: come viene messa alla prova la politica industriale della Germania!
Moody's abbassa il rating del credito americano. Gli effetti sulla politica industriale della Germania e sulle sfide geopolitiche in uno sguardo.
Crisi del rating creditizio americano: come viene messa alla prova la politica industriale della Germania!
Il declassamento del rating statunitense da parte di Moody’s ha suscitato scalpore nel mondo finanziario internazionale. Il 19 maggio 2025, il rating è stato ridotto da Aaa a Aa1, riflettendo le preoccupazioni sull’aumento del debito nazionale e del rapporto di pagamento degli interessi. Moody's prevede un deficit fino al 9% del prodotto interno lordo (PIL) entro il 2035. In risposta a questa situazione, il segretario al Tesoro americano Scott Bessent cerca di infondere fiducia puntando sulla prevista riduzione dei tassi di interesse sui buoni del Tesoro a dieci anni, alimentando così speranze di stabilizzazione.
Allo stesso tempo, ci sono tensioni nel settore commerciale. Walmart afferma che non trasferirà i costi delle nuove tariffe ai clienti, mentre l’ex presidente Donald Trump chiede che Walmart copra personalmente le tariffe. Questi sviluppi si collocano nel contesto di una guerra commerciale statunitense. In Germania questa situazione è vista in modo critico perché, secondo Sebastian Dullien dell'IMK, la guerra commerciale riduce la crescita del paese di circa 0,75 punti percentuali.
Sfide geopolitiche per la Germania
La Germania si trova attualmente ad affrontare diverse sfide geopolitiche: la guerra commerciale degli Stati Uniti, un partner commerciale inaffidabile in Russia e l’offensiva strategica della Cina con il programma “Made in China 2025”. La Cina ha aumentato le tariffe sulla plastica proveniente dall’UE e dagli USA, esercitando ulteriore pressione sulle aziende tedesche.
Dalia Marin sottolinea che gli investimenti diretti esteri sono essenziali per il trasferimento tecnologico in Germania al fine di sopravvivere in questo ambiente difficile. Yasmin Fahimi, rappresentante della DGB, avverte che non bisogna rinunciare ai valori essenziali e chiede una riforma del freno all’indebitamento e adeguamenti delle imposte sulle successioni e sulla sostanza.
Il futuro dell'industria europea
Julia Eder della Camera del lavoro di Vienna sostiene il rafforzamento dell’UE e raccomanda che l’Unione impari dal modello cinese e si sviluppi nel settore della tecnologia e dell’innovazione. La Banca europea per gli investimenti prevede di investire circa 70 miliardi di euro nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e della produzione di semiconduttori entro il 2027 per rilanciare la competitività dell’UE.
In questo contesto Guntram Wolff della Libera Università di Bruxelles avverte che l'UE deve recuperare terreno nel settore degli armamenti poiché l'economia di guerra russa è attiva. Dullien critica anche la classificazione delle spese per la difesa come investimenti e chiede un uso più sostenibile dei fondi in altri settori emergenti. Le sfide sono complesse e richiedono un’azione rapida da parte degli attori politici ed economici.
Gli sviluppi nei settori della politica industriale, della guerra commerciale e delle strategie geopolitiche avranno un impatto significativo sul contesto economico nei prossimi anni. Le aziende e i governi sono tenuti a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide della globalizzazione e delle tensioni geopolitiche.
Ulteriori dettagli e informazioni sugli sviluppi attuali si trovano nei rapporti Mondo dei ragazzi e da Ecostor.