Guerra doganale con Trump: prodotti svizzeri in pericolo – Il Consiglio federale lancia l’allarme!

Transparenz: Redaktionell erstellt und geprüft.
Veröffentlicht am

Il Consiglio federale sta negoziando le controversie doganali con gli USA per evitare dazi del 31% sulle esportazioni svizzere.

Guerra doganale con Trump: prodotti svizzeri in pericolo – Il Consiglio federale lancia l’allarme!

Mercoledì scorso il Consiglio federale svizzero ha approvato un importante mandato per negoziare con gli Stati Uniti nella controversia doganale. Lo sfondo di questi negoziati è la minacciata introduzione di tariffe punitive del 31% sui prodotti svizzeri, che dovrebbero entrare in vigore dal 3 luglio 2025 Giornale di Lucerna segnalato. Il governo svizzero vede nei negoziati una misura necessaria per evitare conseguenze negative per l'industria dell'esportazione.

Il Consiglio federale si è già preparato ai prossimi negoziati nei colloqui preliminari con i delegati commerciali statunitensi e il ministro delle finanze. Sono previsti diversi argomenti di discussione. Questi includono il miglioramento dell’accesso al mercato per i prodotti agricoli statunitensi come noci, agrumi e frutti di mare, nonché la semplificazione dell’approvazione dei prodotti medici. Vengono affrontati anche gli aspetti fiscali e le questioni relative alla formazione professionale.

Discussioni accese a Palazzo Federale

Nel Palazzo Federale si è svolto un acceso dibattito sulle offerte negoziali e sul ritmo con cui i negoziati dovrebbero svolgersi. Alcune voci nel Consiglio federale sostengono un approccio cauto e mettono in guardia contro un ritmo elevato dei negoziati. Nel frattempo sono emerse voci secondo cui l'aumento dei prezzi dei farmaci in Svizzera sarebbe considerato un mezzo per esercitare pressione sugli Stati Uniti. Il presidente Trump ha dichiarato in passato che intende ridurre gli alti prezzi dei prodotti farmaceutici negli Stati Uniti e chiedere aumenti di prezzo simili anche ad altri paesi.

La situazione è complicata anche dal fatto che il Consiglio federale ha già superato i termini per una dichiarazione di principi con gli Stati Uniti e ovviamente ha bisogno di più tempo per orientare i colloqui nella giusta direzione. Addetti ai lavori riferiscono che a causa di altre urgenti priorità l'amministrazione statunitense non può dedicare alla Svizzera il tempo necessario, il che complica ulteriormente il processo negoziale.

L’impatto sull’economia svizzera

Le imminenti tariffe colpiscono soprattutto l’industria orologiera svizzera, l’industria meccanica e la tecnologia medica, i cui valori delle esportazioni sono significativi. L'industria degli orologi ammonta a 4 miliardi di franchi, l'industria dei macchinari a 3,1 miliardi di franchi. Sono interessati anche i prodotti alimentari svizzeri più apprezzati, come il cioccolato e il formaggio, che rappresentano un valore di esportazione di oltre 100 milioni di franchi. Rispetto ad altri Paesi europei, il governo americano prevede di introdurre tariffe più elevate per la Svizzera: l’UE, ad esempio, prevede il 20%, la Gran Bretagna il 10%.

L’impatto sugli esportatori svizzeri potrebbe essere grave. Circa la metà delle aziende coinvolte prevede che le nuove tariffe avranno effetti negativi. Soprattutto le aziende più piccole potrebbero perdere l’accesso al mercato statunitense, mettendo a repentaglio l’occupazione e l’innovazione. Anche l’industria farmaceutica svizzera, che rappresenta il 59% delle esportazioni verso gli Stati Uniti, si trova ad affrontare potenziali sfide.

Il tasso di disoccupazione attuale in Svizzera ammonta al 2,9%, ma a causa della politica doganale potrebbe salire fino al 3%. I sindacati non hanno ancora espresso toni allarmistici, ma hanno sottolineato l'importanza della situazione per l'industria dell'export. Le previsioni economiche suggeriscono che la crescita economica potrebbe essere inferiore di 0,2-0,3 punti percentuali se le tariffe venissero effettivamente implementate.

La presidentessa federale Karin Keller-Sutter ha commentato la posizione svizzera in un colloquio telefonico di 25 minuti con Donald Trump. Il ministro dell'economia Guy Parmelin ha sottolineato l'importanza dei segnali positivi per gli investimenti svizzeri negli USA. Con questo impegno diplomatico il Consiglio federale cerca di creare una base stabile per i negoziati e di rappresentare in primo piano gli interessi svizzeri, come affermato da Swissinfo segnalato.